Neve a Roma: le più grandi nevicate della storia capitolina dal 1900 ad oggi

La neve su Roma, a causa della sua posizione geografica, risulta essere un evento piuttosto raro. Questo fenomeno, seppur raro, non lascia indifferenti gli abitanti che hanno accolto le rare nevicate sulla Capitale con il tipico stupore dei bambini. Ripercorrendo la storia dal 1900 ad oggi, vediamo quali sono state le nevicate più copiose che si sono verificate a Roma.

Il fenomeno della neve a Roma

Il Colosseo, l’Altare della Patria, Piazza di Spagna e Fontana di Trevi sono solo alcune delle bellezze che vanta Roma e che gli abitanti hanno avuto la fortuna di vedere raramente  imbiancate dalla neve. Anche se non così spesso, però, è un fenomeno che riempie sempre di magia gli occhi di grandi e piccini. Ad ogni nevicata gli abitanti cercano di fotografare il fenomeno per riuscire ad avere un ricordo di quelle cartoline piene di incanto che solo una città come Roma può regalare loro. 

Ripercorriamo le date più significative delle nevicate su Roma.

Le più grandi nevicate di Roma

Andando a ritroso nel tempo, l’ultima importante nevicata registrata sulla Capitale si è verificata nel 2018, precisamente il 26 febbraio, quando la neve iniziò a scendere e posarsi al suolo, arrivando così a circa 10 centimetri di altezza. La nevicata seppur prevista lasciò stupiti tutti gli abitanti che, malgrado i diversi disagi creati, corsero in strada per godersi lo spettacolo.

Pochi anni prima, nel 2012, un’altra grande nevicata ha invaso Roma. Tra il 3 e il 4 febbraio gli abitanti si risvegliarono con le strade della città sommerse, in alcune zone, da 20 centimetri di neve. Come già accennato, non furono pochi i disagi causati, soprattutto per ciò che riguarda la mobilità della Capitale non sempre impeccabile. Proprio a causa della rarità dell’evento, infatti, la città non dispone di tutti i mezzi e le attrezzature necessarie per far fronte a questo fenomeno. 

Andando ancora più indietro nel tempo, tra l’11 e il 12 febbraio 1986, la neve in alcune zone della Capitale, soprattutto quelle più a nord, arrivò fino ai 50 centimetri. Una grande nevicata che colpì tutto il centro Italia, così importante da portare alla dichiarazione dello stato di calamità. In questo caso furono messi a disposizione della città cinquecento soldati che muniti di pale e picconi aiutarono gli abitanti a sgomberare le strade. 

Ancora, nell’anno precedente, ovvero il 1985, si verificò un’altra grande nevicata molto simile a quella del 2012, il giorno dell’Epifania, quando la città venne ricoperta da una coltre di 15 centimetri di neve. Molti ricordano quell’anno come quello della ‘grande nevicata’. 

Qualche anno prima, tra il 4 e il 7 marzo 1971 la neve imbiancò di nuovo la Capitale, lasciando sorpresi tutti gli abitanti per il periodo in questione. 

Il 9 febbraio 1965 la città si risvegliò con una vera e propria bufera di neve che fece aderire al suolo una coltre di 40 centimetri di neve. 

Nel 1956, invece, nevicò a Roma per diversi giorni e più precisamente il 2, 9, 18 e 19 febbraio. La città fu imbiancata da uno strato di neve che la ricoprì di magia. Il ricordo di questa nevicata viene celebrato anche in una canzone, intitolata proprio ‘La Nevicata del ’56’ scritta da Carla Vistarini e portata al successo da Mia Martini nel 1990 al Festival di Sanremo. 

Infine, ricordiamo anche la nevicata del Dicembre 1939, anno in cui nella Capitale, proprio l’ultimo giorno dell’anno, i fiocchi di neve raggiunsero un’altezza di 30 centimetri.

Nel corso del tempo si sono verificati anche eventi minori dove però è stato il nevischio a interessare Roma. 

Una nevicata inaspettata coinvolge sempre le persone più curiose che si riversano in strada per non perdere l’occasione, spesso in compagnia dei più piccoli, di godersi il fenomeno giocando con la neve. Per quanto vi sia un lato ludico e divertente bisogna ricordare, però, che i disagi provocati da queste condizioni atmosferiche rare per una città come Roma, hanno causato non pochi difficoltà. A partire dalla circolazione dei mezzi pubblici, non tutti dotati delle catene, all’assenza dei mezzi spargisale che avrebbero facilitato la ripresa della mobilità, è naturale pensare come la città sia andata in tilt. 

Anche gli spostamenti privati sulle auto hanno causato lunghissime code per il rientro a casa dei pendolari. Un fenomeno quindi che ha rallegrato molti animi ma allo stesso tempo ha creato notevoli disagi alle persone impegnate sul lavoro o in difficoltà. 

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