Fontanelle di Roma: storia dei “Nasoni” con acqua potabile, mappa e perché sono chiuse

La città di Roma, oltre ad essere conosciuta in tutto il mondo per la sua incredibile storia e per la bellezza del suo patrimonio artistico, è anche curiosamente conosciuta come la città dell’acquaUno dei simboli di questa grande ricchezza d’acqua di cui gode la città di Roma è rappresentato dalle Fontanelle, amichevolmente chiamate anche Nasoni. In questo articolo vedremo la storia dei Nasoni di Roma, la mappa per individuarli e perché, in alcuni casi, sono stati chiusi.

La storia delle fontanelle (o “Nasoni”) di Roma

I Romani, si sa, sono un popolo di grande spirito e ironia, amano scherzare su tante cose e, soprattutto, amano prendersi in giro e canzonare qualsiasi cosa.

Che si tratti di una persona o di un oggetto sanno sempre trovare qualcosa di divertente da dire. Non sorprende quindi che a Roma, anche un elemento così comune come una fontanella d’acqua possa essere soprannominato affettuosamente “Nasone”.

Ma perché i romani hanno dato proprio questo soprannome alle fontanelle della città?

A Roma, le fontanelle d’acqua pubblica sono davvero tantissime e hanno una fisionomia ben precisa: sono infatti di forma cilindrica, talvolta posizionate sul piano stradale, altre volte, invece, sulla sommità di piccoli realizzati/scalini in muratura, a seconda della posizione.

Ogni Fontanella ha poi a sua disposizione un tubo ricurvo dal quale fuoriesce continuamente acqua fresca. Proprio la forma di questo tubo ricurvo, che assomiglierebbe a una specie di proboscide, lascia immaginare che si tratti di un grande naso ricurvo, da qui, il soprannome nasone.

Anche se oggi siamo abituati a vedere tutti questi nasoni in giro per la città, tanto da non prestarci quasi più caso, in verità, i nasoni di Roma hanno una lunga storia.

Intorno alla metà dell’Ottocento, l’amministrazione urbana decise di trovare un sistema semplice ed efficace per dare sfogo alla grande pressione sotterranea dell’acqua che avrebbe potuto esplodere in superficie, provocando danni alla città e ai cittadini.

Per questo si decise di creare tanti piccoli “sfoghi” in giro per la città, creando dei punti dove l’acqua avrebbe potuto sgorgare in superficie. In questo modo la corrente d’acqua poteva fluisce sotto la città senza accumulare pressione e, allo stesso tempo, questo sistema garantiva un rifornimento costante di acqua potabile gratuita, soprattutto nei quartieri più periferici e popolari, dove non esisteva acqua corrente e dove la densità di popolazione cominciava a raggiungere cifre importanti.

Inoltre, questione di non secondaria importanza, con acqua potabile pulita sempre a disposizione si garantiva un miglioramento delle condizioni igienico sanitarie della città.

I primissimi nasoni vennero costruiti a partire dal 1874 in accordo tra l’allora sindaco, Luigi  Pianciani e il consigliere comunale prima e assessore alle opere pubbliche poi, Emidio Renazzi. Questi primi nasoni avevano però una forma un po’ diversa da quelli che conosciamo oggi: avevano un’altezza di 120 cm, il corpo di ghisa (talvolta anche di travertino) e l’acqua sgorgava da tre uscite che corrispondevano delle piccole teste di drago con la bocca aperta.

Benché evocativi e davvero molto belli, oggigiorno i nasoni originali costruiti in ghisa nel corso del XIX secolo sono stati via via quasi tutti sostituiti da quelli moderni che però presentano solamente un unico getto d’acqua. Benché sostituiti tutti, degli esemplari originali ne sono rimasti solamente 3 e si trovano:

  • dietro il Foro Romano, in via San Teodoro;
  • in pieno centro storico, nei pressi del Pantheon, in Piazza della Rotonda;
  • a pochissimi passi da Piazza Venezia, in via delle Tre Cannelle.

L’unico esemplare veramente originale, sopravvissuto, è quello posizionato in Via San Teodoro, mentre quello di via delle Tre Cannelle è una replica che tuttavia riporta ancora le tre teste di drago che gettano acqua. Il suo fascino è talmente evocativo da aver dato addirittura il nome alla via dove si trova (via delle Tre Cannelle). Infine, quello collocato nei pressi del Pantheon è tra i più antichi mai costruiti.

L’acqua delle fontanelle romane è potabile?

Se per i romani bere acqua potabile dai nasoni di Roma è scontato, potrebbe non esserlo per altri, come ad esempio i turisti che vengono a Roma e che hanno sempre qualche remora nel bere l’acqua che esce dai nasoni.

Benché il dubbio sia legittimo, non c’è però alcun rischio o pericolo: l’acqua che esce dalle fontanelle di Roma non è solo potabile, ma è anche molto buona, limpida e freschissima. Un vero toccasana, soprattutto durante la calura estiva.

Se ancora non foste convinti, a conferma della potabilità dell’acqua di Roma, basti pensare che è la stessa che Acea, da decenni, contribuisce a distribuire nelle case di tutta Roma. 

Mappa delle fontanelle di Roma: dove trovarla online e via app

Come abbiamo visto, dunque, anche un elemento così comune come una fontanella d’acqua, a Roma, possiede una storia e un fascino unici.

Se siete degli appassionati e desiderate andare a caccia delle fontanelle in giro per Roma, oppure, semplicemente, se siete curiosi di conoscere quante fontanelle ci sono in giro per la città vi basterà consultare la mappa dei nasoni.

Sul sito www.fontanelle.org è disponibile una mappa della città di Roma dove sono indicate tutte le fontanelle sparse per la città. Il progetto di Fontanelle.org è un progetto interattivo dove gli utenti, previa registrazione, possono partecipare segnalando le fontanelle che trovano in giro per la città. A Roma, il conteggio è arrivato a 3094 nasoni!

Se invece desiderate portare con voi la mappa e consultarla in qualsiasi momento allora dovrete scaricare l’app Waidy Now un’app che non solo aiuta a trovare i nasoni in giro per Roma, ma che suggerisce tanti utili consigli per ridurre l’impatto ambientale e rispettare l’ambiente.

Perché in alcuni casi le fontanelle romane sono chiuse?

Proprio nel merito della sostenibilità ambientale, spesso, i nasoni sono stati criticati dalla cittadinanza, e non solo, poiché considerati uno strumento di spreco dell’acqua. La motivazione dietro a questa critica risiede nel fatto che i nasoni abbiano un getto costante di acqua.

In questo periodo storico, dove le risorse naturali sembrerebbero a esaurirsi è diventato primario, soprattutto per le amministrazioni comunali, ridurre lo spreco di tali risorse, motivo per il quale il Comune ha deciso di chiudere letteralmente i rubinetti di alcuni nasoni. La decisione ha fatto storcere il naso a non pochi addetti, che hanno visto nella scelta di chiudere i nasoni, una presa di posizione scellerata e rischiosa, soprattutto sotto il profilo della sicurezza ambientale. A seguito di ciò, allora, l’amministrazione comunale ha preso la decisione di dotare alcuni nasoni di un comodo bottone a pressione il quale rilascia acqua all’occorrenza. In questo modo si riduce decisamente l’eventuale spreco di acqua e si tutela la sicurezza ambientale.

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