Ristoranti Stellati Roma 2024: i migliori chef con stelle Michelin nella Capitale

Secondo la Guida Michelin 2024 con i ristoranti stellati di Roma, nella Capitale brillano ben 23 ristoranti ad una stella, 1 ristorante a due stelle e 1 a tre stelle Michelin. Roma ha perciò superato Napoli (che vanta 23 ristoranti stellati) e Milano, che nel 2024 passa dal secondo al terzo gradino del podio con 20 ristoranti stellati (16 a una stella e 4 a due stelle).

Mangiare nei ristoranti stellati a Roma: perché farlo e quanto costa

Se ambite a consumare un pranzo e una cena in uno degli astri di questo luminoso firmamento, magari per festeggiare un’occasione o una ricorrenza speciale o per semplice curiosità gourmet, vi condurremmo alla scoperta della galassia Michelin a Roma; un’avvertenza è però necessaria: i ristoranti che passeremo in rassegna rappresentano vere e proprie eccellenze gastronomiche a livello internazionale e, di conseguenza, un pasto costa mediamente intorno ai 100 euro. Se ad esso si vorranno abbinare vini consoni, debitamente consigliati da un sommelier e selezionati tra la scelta che le ricche cantine di questi ristoranti mettono a disposizione, il prezzo può lievitare di qualche centinaio di euro e, per una cena romantica, il conto può arrivare ad aggirarsi intorno ai 500 euro.

Ciò detto, se il conto non rappresenta un problema e la curiosità nei confronti dei menù degli stellati va oltre ogni contingenza economica, è giunto il momento di passare in rassegna i membri del gotha culinario capitolino.

La Pergola: il migliore ristorante stellato di Roma con chef Heinz Beck

Partiamo dall’apice del podio, ovvero l’unico tre stelle romano nonché uno fra i pochissimi in Italia a poter vantare la tripla stella: La Pergola dello chef tedesco Heinz Beck. Il ristornate, in attività da oltre vent’anni, è situato all’interno del Rome Cavalieri Waldorf Astoria Hotel e offre una delle viste  panoramiche più sensazionali della città. Con una lista d’attesa di oltre 3 mesi, questo “tempio della gastronomia internazionale”, come si legge sul sito ufficiale, è orchestrato, per quanto riguarda la sala, dal mâitre Simone Pinoli ed è dotato di una delle cantine più prestigiose al mondo, declinata in due carte dei vine elaborate dal sommelier Marco Reitano.

La cucina di Beck è un mix equilibratissimo di tradizione e innovazione che, contaminando il classico con la sperimentazione dell’alta cucina, ha come obbiettivo quello di stupire sia l’occhio che le papille gustative di una clientela raffinata ed esigente: i fagottelli – ravioli con un ripieno cacio e pepe serviti con salsa di carne – sono il “marchio di fabbrica” del ristorante, assieme al fiore di zucca un pastella servito su fondo di crostacei e caviale con zafferano, lo scenografico piatto denominato Mare e i pasticcini serviti a fine pasto nella celebre “cassettiera”, progettata dallo chef, e realizzata in argento sterling. La Pergola continua da oltre due decenni a mantenere saldo il suo primato coniugando avanguardia e tradizione, in impeccabile equilibrio.

Il Pagliaccio di chef Genovese: ristorante con 2 stelle Michelin

Il Pagliaccio, medaglia d’argento con due stelle Michelin, situato nel cuore della Capitale, in via dei Banchi Vecchi, è il regno dello chef Anthony Genovese, affiancato da Matteo Zappile, restaurant manager e chef sommelier, ed ha riaperto nel 2017 dopo un restyling che ne ha ridisegnato la fisionomia, restituendo negli spazi del ristorante la stessa essenzialità che ritroviamo nelle portate. Frutto principale del rinnovamento è Parallels, un menù di 10 portate al costo di 170 euro, bevande escluse, che si configura come un percorso sensoriale che coinvolge la sala e la cucina e rielabora e mixa tecniche ed elementi orientali e francesi, materie prime italiane e suggestioni internazionali, dando vita ad una esperienza gastronomica che è anche emozionale.

Come abbiamo visto, i ristoranti romani che si fregiano di una stella sono numerosi, a riprova dell’inossidabile vocazione culinaria della Capitale e di un attenzione e cura in cucina che è diffusa e pervasiva. Passare in rassegna oltre venti ristoranti è operazione lunga e perigliosa: per strutturarla nel migliore dei modi, esploriamo per prima cosa le new entry che la Guida ha introdotto nel novero degli stellati per il 2024.

Ristorante Stellato La Terrazza di Fabio Ciervo a Roma

Primo nuovo arrivo è La Terrazza di Fabio Ciervo, situato all’interno dell’Hotel Eden, nel cuore del centro storico, in via Ludovisi, a poca distanza da Piazza di Spagna e Villa Borghese, e anch’esso riaperto al pubblico nel 2017 dopo una ristrutturazione radicale di 17 mesi, offre una stupefacente vista panoramica – dalla terrazza, che dà il nome al locale – che si affianca alla ricercata proposta dal menù, attento a selezionare i prodotti locali e a chilometro zero e ad accostarli abilmente con erbe aromatiche, coniugando sapientemente sperimentazione e conservazione.

All’Oro di Giacinto, neo arrivo tra i ristoranti stellati di Roma 2024

Altra neo-stella della galassia Michelin è All’oro di Riccardo Giacinto, nel quartiere Flaminio, in via Pisanelli: un’isola di alta cucina calata in un ambiente chic e raffinato, fresco di restyling, curato negli elementi di design che lo impreziosiscono, in cui gustare un menù creativo ed aperto ad influenze internazionali senza però trascurare tradizioni regionali rielaborate in chiave moderna.

Tordomatto: il ristorante stellato a Roma Prati

Tordomatto di Adriano Baldassarre è infine la terza stella scesa ad illuminare il quartiere romano di Prati, a poca distanza dai Musei Vaticani, che dalle sue ampie vetrate lascia scorgere e pregustare, nell’ambiente essenziale e pulito nelle linee e negli arredi, un menù in apparenza semplice ma gestito con estrema intelligenza dal suo chef, che con creatività rielabora sapori e ricette profondamente legate al territorio, restituendone l’essenza.

Dei 23 eletti a una stella, se 3 sono le “matricole” approdate nel firmamento romano, 20 sono invece le riconferme: ristoranti dalla consolidata reputazione che hanno visto rinnovarsi la fiducia in loro riposta da critici gastronomici e clienti nel corso del nuovo anno.

Lo spazio a disposizione è ovviamente insufficiente ad esaurire la complessità e la ricchezza dei menù presentati dagli chef e dalle “poetiche” culinarie che li ispirano, ma proveremo a dare un quadro il più possibile esaustivo della varietà delle proposte a una stella che Roma mette a disposizione dei palati più fini.

Gli altri ristoranti stellati 2024 a Roma

Lo chef Antonello Colonna è sicuramente uno degli pilastri della Guida Michelin tanto da essere in classifica con ben due ristoranti ad una stella: l’Antonello Colonna Open, in via Milano, nel cuore del Rione Monti, a Roma, e l’Antonello Colonna Restor & Spa a Labico, in provincia di Roma.

L’Open, collocato all’interno dello splendido Palazzo delle Esposizioni, è un monumentale open space in vetro con arredi di design nordico: in questa cornice ultra-contemporanea si inserisce una proposta gastronomica attenta alla tradizione, riproposta con creatività ed estro.

A Labico il concept dell’Open viene ripreso attraverso una sala enorme che ricorda uno spazio museale calato però all’interno di un contesto in cui l’elemento naturale prevale e si compenetra con l’architettura: il resort è  infatti all’interno di un grande parco. La carta non può non tenere conto della realtà geografica in cui il ristorante si situa: i sapori della cucina laziale e della sua tradizione contadina vengono riesplorati dalla sapienza tecnica di un grandissimo chef.

Aroma, già a partire dal gioco di parole inscritto nel nome, non può che riproporre in chiave rivisitata i classici della cucina romana, serviti in una cornice a dir poco mozzafiato: una splendida terrazza affacciata sul Colosseo ed i Fori Imperiali, da cui si può scorgere addirittura il profilo del Cupolone. Un assaggio di romanità totalizzante, in cui la cucina mediterranea va a braccetto con l’innovazione, saziando sia il gusto che la vista.

In via Ulisse Aldrovandi, nel quartiere Nomentano, brilla la stella dello chef Claudio Mengoni del ristorante Assaje, in cui l’abbondanza regna sovrana già dall’insegna. La cucina mediterranea è la protagonista insindacabile del menù ed è riproposta in chiave classica o leggermente rivisitata, rassicurando gli avventori con la certezza della tradizione.

Nel quartiere Flaminio invece possiamo trovare l’informalità di un ambiente semplice, di un bistrot, coniugata con l’alta cucina dalle influenze orientali di Bistrot 64 di Emanuele Cozzo e Kotaro Noda. Oriente e Occidente si incontrano in una contaminazione che insegue con fantasia nuove soluzioni. Impeccabile il servizio.

Il Convivio-Troiani, nel cuore della Roma rinascimentale, è il “salotto buono” dei gourmet della Capitale: tra affreschi, mobili antichi e inserti modernissimi, la cucina è un omaggio all’italianità, in cui hanno un ruolo di primo piano paste e risotti così come i sapori laziali.

Sull’Aventino è invece il suggestivo giardino d’inverno del The Corner, celebre per il Superman di marmo che campeggia all’entrata e per il melange stilistico che contraddistingue l’ambiente, in cui lo chef Marco Martini propone una carta moderna e sperimentale, in una location completa di terrazza lounge ideale anche per aperitivi veloci.

All’Enoteca La Torre a Villa Laetitia, sul Lungotevere delle Armi, si respira un’aria da belle époque parigina, tra stucchi ed arredi decò, l’estetica ed il menù sono all’insegna della raffinatezza, trasposta con la massima attenzione nelle pietanze dal giovanissimo chef partenopeo Domenico Stile. Come suggerisce il nome del locale, la cantina merita una menzione a parte!

Ha una stella anche il ristorante Acquolina, nelle vicinanze di via del Babuino, specializzato in pesce, proposto in una varietà di ricette dal sapore mediterraneo che si accompagnano ad una scelta enologica d’eccellenza, il tutto in un ambiente raffinato, arricchito dalla presenza di opere d’arte e design.

E il design e la cucina sono un binomio decisamente in voga, che ritroviamo anche nel ristorante trasteverino Glass Hostaria della chef Cristina Bowerman, in cui una sala decisamente scenografica, in cui la fanno da padrone giochi di luce e riflessi luministici, è la cornice perfetta per un’esperienza culinaria moderna, ottima ed esteticamente appagante.

Alta sperimentazione è ciò che contraddistingue Imàgo, ristorante dalla vista stupefacente sulla Città Eterna, collocato nelle vicinanze di Trinità dei Monti, in cui i sapori del mediterraneo si sposano alla cucina asiatica offrendo inediti percorsi di gusto, elaborati, studiatissimi.

Non lontano da Imàgo troviamo il ristorante Magnolia, in via Sicilia, che offre, oltre ad una cucina innovativa e molto creativa, in cui le pietanze vengono presentate come se fossero vere e proprie opere d’arte, una location di grande suggestione: la sala principale è infatti ubicata all’interno di un antico chiostro.

Trasformazione ed eclettismo sono le caratteristiche distintive del ristorante Metamorfosi, ai Parioli, regno dello chef colombiano Roy Caceres, che mescola e distilla nuovi sapori al crocevia tra tradizioni lontane in un locale consacrato all’architettura contemporanea.

In un vicolo laterale di via Giulia si è accolti dall’ambiente intimo e minimalista di Per Me dello chef e anfitrione Giulio Terrinoni: prelibate preparazioni di carne e pesce possono gustarsi accompagnate dai “tappi”, piccoli assaggi enologici a prezzi quasi popolari.

Alessandro Piparo e lo chef Luciano Monosilio hanno fatto una scelta precisa: pochi ingredienti ma di assoluta qualità, solo prodotti sceltissimi trasformati in modo unico, con un tocco decisamente inconfondibile: davanti alla Chiesa Nuova di Corso Vittorio Emanuele, il ristorante Piparo.

A pochi passi dal Parlamento si trova invece l’Enoteca Al Parlamento Achilli: una sontuosa scelta enologica occupa le prime sale del locale attraverso le quali si accede alla più intima ed elegantissima sala ristorante. Piatti che rompono con la tradizione e che vivono di forti ma prelibati contrasti sono la firma dello chef Massimo Viglietti.

Un ristorante giovane ricavato in uno spazio open-space post-industriale all’interno dell’ex Mattatoio di Roma, a Testaccio: è la Stazione di Posta, in cui un team dinamico e prevalentemente under 40 abbina una cucina creativa e multiforme ad un cocktail bar, adatto anche a pranzi veloci.

Uscendo dall’Urbe, la provincia non è certo avara di sorprese stellate: Pascucci al Porticciolo a Fiumicino presenta una selezione ittica raffinata e semplice ad un tempo, che rende omaggio a sapori tradizionali rielaborati con originalità. Sempre a Fiumicino, Il Tino propone una cucina innovativa e gourmet in un ambiente di design di estrema eleganza all’interno della Nautilus Marina ed offre anche un servizio di private Spa. Infine, a Genazzaro, tra i colli laziali, in un casolare dell’Ottocento, l’Arminta Resort è il ristorante ideale in cui gustare la tradizione del territorio rivisitata con rispetto per le radici e slancio verso il futuro da Marco Bottega, discendente di ben tre generazioni di chef.

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